Il blocco della tratta commerciale nel canale di Suez ha causato in questi mesi una forte diminuzione degli scambi, con un effetto domino che ha impattato sui costi operativi delle aziende, ritardi nella consegna di merci e premi assicurativi maggiori a causa di percorsi alternativi più lunghi e tediosi.
Secondo un report di The Economist Intelligence Unit, lo stretto di Suez rappresenta il 12% del commercio globale e il 30% del traffico di container. Per l’Italia e per l’Europa, un blocco in questa posizione strategica comporterebbe l’esclusione da una delle rotte commerciali più importanti.
Quali sono le conseguenze per l’organizzazione e la gestione di import ed export italiano?
A causa degli ultimi attacchi dell’esercito ribelle yemenita degli Houthi, i principali vettori marini internazionali hanno dirottato le proprie spedizioni, preferendo circumnavigare l’Africa verso il Capo di Buona Speranza per garantire la sicurezza del carico e dell’equipaggio.
Quali saranno quindi le conseguenze che si andranno ad affrontare?
- Si stima che il tempo di transito dal Mediterraneo al Mar Nero potrebbe subire un aumento di 15-20 giorni;
- Il tempo di transito verso il Nord Europa sarà prolungato di 15 giorni;
- La disponibilità degli equipaggiamenti nei porti di origine diminuirà a causa dell’allungamento dei tempi di transito;
- Si prevede un aumento dei costi del carburante (a causa del transito più lungo) e dei premi assicurativi;
- Le principali compagnie marittime potrebbero applicare ulteriori aumenti sui moli;
- Potrebbe verificarsi un aumento del traffico aereo e ferroviario per soddisfare le richieste di approvvigionamento di materie prime.
In Italia, saranno i porti a subire le ripercussioni di questo blocco. In particolar modo le maggiori conseguenze saranno affrontate da tutti gli attracchi marittimi in competizione diretta con quelli del Nord Europa, come i porti liguri (La Spezia, Genova e Savona-Vado). Il problema che dovranno affrontare è legato allo spazio riservato allo stoccaggio delle merci a terra. Nei principali porti italiani, infatti, le aree a disposizione risultano essere proprio il principale punto debole.
Esaminando poi da vicino una delle regioni trainanti d’Europa, la Lombardia, si registra un chiaro declino nell’economia locale. Il Prodotto Interno Lordo è passato dal 7,7% nel 2021 all’1,3% nel primo semestre del 2023. Inoltre, secondo l’Economist Intelligence Unit, un aumento degli attacchi potrebbe comportare un significativo aumento dei costi per le catene di approvvigionamento globali.
I PROSSIMI AGGIORNAMENTI DA DRC DA ROLD CASSOL
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